La paralisi da analisi è uno dei problemi più temuti al tavolo da gioco: siamo stati tutti “quel giocatore” che, al momento del suo turno, ci mette minuti interi a decidere quale mossa compiere, nella crescente angoscia di fare la scelta sbagliata e di stare facendo perdere tempo a tutto il tavolo. La paralisi da analisi può essere ascritta ai difetti del gioco stesso, che la acuisce o la scoraggia. In questo articolo, Marco, fiero nemico della paralisi da analisi, la descrive dal punto di vista del giocatore e suggerisce come combatterla.
Di Marco Brescianini
Dicesi “paralisi d’analisi” la difficoltà di un giocatore nel decidere tra molte opzioni, o poche ma equivalenti dal punto di vista strategico. Da giocatore che non viene influenzato da tale problema ho diverse opinioni in merito, sia personali che riscontrate presso altri giocatori, anch’essi non soggetti a questa difficoltà.
L’ho definito “problema” proprio perché lo reputo tale, senza arroganza ma con una visione il più possibile oggettiva.
Ma andiamo ad analizzare quelli che, dal punto di vista del giocatore, sono i difetti principali. Iniziamo da quelli che ho riscontrato io; innanzitutto la “paralisi d’analisi” (che d’ora in avanti chiamerò “PA”) porta il giocatore che ne è soggetto a fare irrimediabilmente la scelta sbagliata nella maggior parte dei casi. Questo succede sia perché si sente in difetto rispetto agli altri giocatori, quindi dopo minuti interminabili di procrastinazione prende la scelta in maniera avventata prendendo, appunto, spesso decisioni non ottimali, sia perché si è stufato lui stesso di “aspettarsi”, nonostante magari gli altri giocatori non glielo stiano facendo pesare.
Un altro difetto della PA è sicuramente la perdita di tempo; tutti noi ci rendiamo conto che, a parte i giochi predisposti ad una durata epica, se una partita che dovrebbe durare 30 minuti finisce per durare 4 ore fa perdere la voglia di giocare agli altri partecipanti. Inoltre, invecchiando, mi sto rendendo conto che il tempo per giocare è sempre meno, quindi non conviene sprecarlo.
Se durante una partita vi sono dei giocatori meno pazienti, invece, questi faranno pesare all’indeciso la quantità di tempo perso e, mettendoci meno a fare il proprio turno, sottolineeranno ulteriormente che il gioco si immobilizza quando si arriva a lui, dandogli una sensazione di frustrazione (cosa che, a parer mio, è parecchio ingiusta dato che, molto spesso, chi è soggetto a PA lo fa senza malizia).
In conclusione reputo che sia sì un problema, ma raramente volontario.
Il mio consiglio è rivolto quindi agli altri giocatori: siate pazienti (nei limiti della decenza) e cercate di aiutarli senza giocare al posto loro. Piuttosto commentate la partita durante il vostro turno come se fosse un tutorial, vedrete che il clima risulterà meno competitivo, perché forse la causa è proprio questa: sentire troppo il peso del risultato finale.